Diario/blog di Lorenza Zambon "attrice giardiniera". Il teatro e la natura. Le mie passioni e il mio lavoro sono la stessa cosa. Un teatro fuori dei teatri che parla del rapporto con le piante, i giardini, i paesaggi. Insomma con il pianeta. Mi definisco e voglio essere attrice-giardiniera, nel senso che per essere giardinieri non occorre avere un giardino perchè il giardino è il pianeta e tutti noi ci viviamo dentro. archivio blog precedente su blog.teatroenatura.net
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giovedì 4 ottobre 2012
Lezioni di giardinaggio planetario a Roma
domenica 15 luglio 2012
partendo per certe altissime montagne
Qui da noi
Di veramente selvatico non c’è più niente, da tanto di quel tempo.
Eppure anche qui
Ci sono frammenti nascosti di antiche foreste
Vallette incassate
Ghiaioni altissimi invasi da moltitudini di fiori abbaglianti
Ghiacciai.
Ci sono luoghi che sono come porte
Lì, se non passano aerei,
di opera umana non c’è traccia.
Lì, se sei solo,
Puoi giocare ad essere il primo uomo
che arriva, che guarda.
Stai lì un poco, con tutte le cose e gli esseri,
e a tutti regali il tuo sguardo
E ogni albero, ogni insetto, ogni roccia
che ti entra dentro … ti allarga …
e allora stai lì e basta, felice di fare la tua parte,
perché di sicuro tutto sarebbe uguale anche senza di te
… ma certo …. più ignaro.
E ogni albero, ogni erba, ogni sasso
ti sembrano più vivi, più presenti a se stessi
…. attraverso gli occhi tuoi. Evviva!
Non servono forse a questo, gli umani?
giovedì 8 marzo 2012
domenica 26 febbraio 2012
Sylva, nuova scheda
Sylva . Variazioni sulla foresta.
Chissà perché quando entriamo in una foresta abbiamo netta la sensazione di entrare, appunto, in un dentro, e invece la parola “foresta” vuol dire” fuori” ?
Da questa domanda comincia un percorso che ha andamento di concerto. La musica di Carlo Actis Dato e Gianpiero Malfatto fa da giuda, segna il sentiero , piano piano espande i confini.
La voce comincia ad innalzarsi per frammenti, suggestioni, un avvicinamento per piccoli passi. Emergono immagini brevi che vengono da boschi molto lontani : certi piccoli riquadri di foresta circondati da muri di pietra, in India, dove gli umani non entrano mai, se non una sola volta l’anno, a riverire i serpenti ; certi musicisti che hanno registrato la foresta pluviale ininterrottamente per ventiquattro’ore , con tutti i suoi versi e i suoi canti, e hanno scoperto che con incredibile precisione tutto si compone in un’unica partitura ….E da lì i toni cominciano a virare, si alternano fra narrazione e “canto”, e intanto la parola Sylva entra in risonanza con altre: selvatico, per esempio, perché un corpo di donna in contatto fisico, intimo con la selva percepisce cose che tutti noi abbiamo dimenticato e si apre alla meraviglia di scoprire che saremo selvatici per sempre … Oppure, un'altra parola : sacro, quello strano senso di sacro, primigenio, che ci può assalire in una foresta, anche se siamo uomini di oggi, anche se siamo laici; qualcosa che di sicuro viene prima ed è fuori da ogni religione. Riecheggiano in sottofondo lontane ispirazioni, voci diversissime fra loro: Gary Snyder il grande poeta americano della wilderness maestro nella “pratica del selvatico” , Baudelaire, Rigoni Stern ….
E anche ci si rivolge direttamente al pubblico, confidenzialmente , si ragiona su certi equivoci, su certe banalità del nostro sapere comune … “qui da noi le foreste si ritirano sempre di più, stanno scomparendo” … E invece no, lo dicono i forestali e anche i satelliti: in Italia oggi i boschi stanno ritornando, velocissimi, nei pascoli e nelle campagne abbandonate, più di un terzo della superficie d’Italia è coperta da boschi … Certo, c’è foresta e foresta: fra un incolto in crescita e una foresta vetusta ci sono varie differenze biologiche ed ecologiche, naturalmente, ma non solo; anzi probabilmente la differenza più forte è forse immateriale e risiede in qualcosa di profondo dentro tutti noi, tutti noi esseri di diverse specie.
E’ il punto di partenza per una sorta di piccola storia del paesaggio italiano, velocissima e visionaria, narrata dalla fine dell’ultima glaciazione ad oggi, immaginando di poter guardare dall’alto quello che sarebbe il movimento più evidente sotto i nostri occhi: il pulsare maestoso della foresta che, nei secoli, si ritira o si espande a seconda di quanto si ritiri o si espanda il popolo degli uomini. … Un viaggio vertiginoso, che si conclude con la voce potente di Mario Rigoni Stern che in un piccolo testo di una ventina d’anni fa, semisconosciuto e profetico, guarda la foresta che ritorna sulle Alpi “… e invade i villaggi abbandonati, fin dentro le stalle, nelle cucine …”
E il percorso di Sylva procede, avanza in profondità, emerge la sensazione di essere sempre più vicini a qualcosa che è là , immobile, di fronte a noi. E ci sta attendendo. Un luogo che rappresenta l’altra faccia della civiltà, un altro mondo dove possiamo riconoscere quella parte di noi che la pratica sociale tende a farci dimenticare, un radicale “altrove” che ci ammutolisce ma insieme ci fa sentire così profondamente, così misteriosamente a casa
E allora ci si ferma sospesi “sulle soglie del bosco” per scoprire che anche nella nostra antichissima Italia, così densa di opere umane, ci sono “luoghi che sono come porte” …. E poi basta un passo e, insieme, si entra dentro, proprio dentro la Grande Foresta. Si segue una musica che respira piano e la voce che racconta l’incontro fisico e personale, folgorante, con un vera foresta millenaria . E si scopre che la foresta è una forma di pensiero, anzi è stata il paesaggio che ha dato forma al nostro pensiero, nella notte dei tempi, e ancora oggi, guardando bene, con tutto il corpo, può dar forma più profonda, più felice, al nostro pensiero sulla vita. E le parole mutano ancora , materiali e liriche nello stesso tempo, nel momento culmine di questo spettacolo omaggio alla selva , in un canto che forse è uno dei momenti più maturi di una lunga pratica del teatro e della natura .
venerdì 28 ottobre 2011
Selva. Selvatico.
Un pensiero per Gary Snyder, un omaggio. Da Sylva, variazioni sulla foresta
Ci sono rumori a volte nel bosco
che ancora non li hai veramente sentiti
e già la tua testa si è girata di scatto.
Ci sono brividi e movimenti dell’erba e delle foglie
che ti fanno arrestare, zittire, che ti fanno di sasso.
Cadono silenzi improvvisi nei boschi
che ti fermano il fiato.
Non sai perché
ma a volte ti abbassi di colpo
e ti metti in ascolto
Il tuo corpo sa cose che tu non ricordi.
Il tuo corpo è selvatico
Distingue il movimento della serpe nell’erba
da quello del vento.
Sente la vertigine del precipizio
i colpi duri del cuore se hai paura
e l’odore del sudore che cambia.
Sente la schiena che si drizza
l’occhio che si fa lucente
la pelle che si arrossa e si bagna
quando il momento dell’amore si avvicina.
… e riprende fiato e si sdraia e in quiete riflette
come tutti gli altri corpi mammiferi,
selvatico per sempre.
Ci sono rumori a volte nel bosco
che ancora non li hai veramente sentiti
e già la tua testa si è girata di scatto.
Ci sono brividi e movimenti dell’erba e delle foglie
che ti fanno arrestare, zittire, che ti fanno di sasso.
Cadono silenzi improvvisi nei boschi
che ti fermano il fiato.
Non sai perché
ma a volte ti abbassi di colpo
e ti metti in ascolto
Il tuo corpo sa cose che tu non ricordi.
Il tuo corpo è selvatico
Distingue il movimento della serpe nell’erba
da quello del vento.
Sente la vertigine del precipizio
i colpi duri del cuore se hai paura
e l’odore del sudore che cambia.
Sente la schiena che si drizza
l’occhio che si fa lucente
la pelle che si arrossa e si bagna
quando il momento dell’amore si avvicina.
… e riprende fiato e si sdraia e in quiete riflette
come tutti gli altri corpi mammiferi,
selvatico per sempre.
sabato 15 ottobre 2011
mercoledì 14 settembre 2011
orto metropolitano da passeggio
sabato 25 giugno 2011
... provando Sylva ...
chissà perchè pensiamo che una foresta stia
in una scala di tempo diversa dal nostro
è passato solo un terzo della mia vita
dalla terra vuota al bosco
in una scala di tempo diversa dal nostro
è passato solo un terzo della mia vita
dalla terra vuota al bosco
martedì 3 maggio 2011
il giardino sacro: novità
Notizia di oggi: "il giardino sacro" ha superato la selezione e debutterà al festival di Lucca a settembre. brave tutte!
martedì 15 marzo 2011
appunti per "il giardino sacro" - esercizio di riposizionamento 2
un frammento/bozza per il nuovo testo dopo il secondo momento di lavoro insieme:
M: Ci sono poche certezze di cui tutti noi siamo così certi come di queste:
A) Noi siamo la più importante specie dell'Universo
B) Io sono al centro dell'Universo
C) Io sono io. E so bene chi sono.
M: Esercizio di riposizionamento n 1
P: Ho sempre pensato: questo è il mio corpo ed è sempre lo stesso.
L: Beh (sospiro)… Diciamo più o meno lo stesso …
P: Comunque: ci sono delle novità. Il nostro pancreas sostituisce buona pare delle proprie cellule ogni 24 ore.
F: Le cellule della parete dello stomaco si rigenerano ogni 3 giorni
L: I globuli bianchi si rinnovano nel giro di dieci giorni
M: Il 98 % delle proteine presenti nel cervello viene rimpiazzato in meno di un mese.
P: La pelle sostituisce le proprie cellule a un ritmo forsennato: 100.000 al minuto!
L: Ah ecco! … è quando comincia a rallentare che ti vengono le rughe …
F: Quasi tutta la polvere delle nostre case è fatta, in effetti, di cellule morte della nostra pelle!
L: Gli acari la mangiano … nelle case ce ne sono milioni …..
M: ( impressionata ) O mamma mia ….
P: … quindi insomma … il mio corpo proprio lo stesso non è mai … cambia continuamente
F: ( ingenua ) beh è stupefacente … che continui ad assomigliarsi, no?
M : E c’è di più. ( suspence)
P : ( spaventata ) Ah sì ?
M : Nella nostra bocca vivono almeno 700 specie di batteri. (un poco lirica ) Si sono adattati alla vita nelle grandi pianure e nei canyon dei nostri denti e della nostra lingua …. ( sguardo delle altre ) Mica ci fanno male! Anzi … impediscono che si attacchino i microbi “cattivi”!
F: ( sbarra gli occhi ) Immagina l’intestino!
L: Sembra che senza la miriade di microesseri che abitano nella nostra pancia non riusciremmo a digerire neppure un'insalatina … anzi soprattutto quella! I vegetali sono tostissimi …li possiamo mangiare solo grazie ai batteri che hanno avuto la gentilezza di entrare in simbiosi con noi dalla notte dei tempi: sono stati loro che hanno permesso ai nostri antenati di passare da carnivori a onnivori
P: sulla pelle di ognuno di noi pare che abitino circa 5 miliardi di microbi, 182 diverse specie di batteri e anche virus e funghi!..
M: Cinque miliardi sono tanti quanti gli esseri umani che vivono sul pianeta!
F: In realtà, dal punto di vista di un batterio, sulla nostra pelle ci sono un sacco di diverse nicchie ecologiche, tutte diverse … per il batterio la piega del gomito e l'interno dell'avambraccio possono essere diverse quanto lo una foresta tropicale e una metropoli!
M: ...Loro 5 miliardi stanno lì, “mangiano” i grassi prodotti dalle nostre cellule, e in cambio emettono ( buttano fuori) sostanze “indispensabili per mantenere il giusto grado di idratazione della pelle” ( detto buffo)
L:… Ah ecco! …
P: Insomma … ( ingenua e stupita) c’è una specie di alleanza fra gli uomini e i batteri!
L: Forse ( esitante ) … forse è peggio di così. Forse …( tutto in un fiato a bassa voce) insomma dicono che in ciascun corpo umano vivono più cellule batteriche ( batteri ) che cellule umane.!!
F: …Sì, Secondo stime recenti, il 90% delle cellule del nostro corpo sono batteri” …..
M : .. e quindi … se gli esseri viventi si classificassero sulla quantità di cellule predominanti un essere umano sarebbe classificato come un ecosistema di batteri!??
(Pausa)
L: …Forse anche di più …
M-P : Di più?
F : Noi non ne possiamo fare a meno! Loro digeriscono per noi, ci difendono .. fanno un sacco di cose che non potremmo fare da soli … insomma … : siamo in simbiosi! Siamo dei “superorganismi” che camminano!
(pausa)
P : ...Insomma …noi non siamo interamente umani?
F: ...Siamo come un'amalgama, un misto di cellule umane ed esseri alieni ….
M: Beh …Non siamo soli su questo pianeta!
P: non avevo mai pensato a me stessa a una comunità!
L: … sì: anch’io ti vedo diversa ….
M: Ci sono poche certezze di cui tutti noi siamo così certi come di queste:
A) Noi siamo la più importante specie dell'Universo
B) Io sono al centro dell'Universo
C) Io sono io. E so bene chi sono.
M: Esercizio di riposizionamento n 1
P: Ho sempre pensato: questo è il mio corpo ed è sempre lo stesso.
L: Beh (sospiro)… Diciamo più o meno lo stesso …
P: Comunque: ci sono delle novità. Il nostro pancreas sostituisce buona pare delle proprie cellule ogni 24 ore.
F: Le cellule della parete dello stomaco si rigenerano ogni 3 giorni
L: I globuli bianchi si rinnovano nel giro di dieci giorni
M: Il 98 % delle proteine presenti nel cervello viene rimpiazzato in meno di un mese.
P: La pelle sostituisce le proprie cellule a un ritmo forsennato: 100.000 al minuto!
L: Ah ecco! … è quando comincia a rallentare che ti vengono le rughe …
F: Quasi tutta la polvere delle nostre case è fatta, in effetti, di cellule morte della nostra pelle!
L: Gli acari la mangiano … nelle case ce ne sono milioni …..
M: ( impressionata ) O mamma mia ….
P: … quindi insomma … il mio corpo proprio lo stesso non è mai … cambia continuamente
F: ( ingenua ) beh è stupefacente … che continui ad assomigliarsi, no?
M : E c’è di più. ( suspence)
P : ( spaventata ) Ah sì ?
M : Nella nostra bocca vivono almeno 700 specie di batteri. (un poco lirica ) Si sono adattati alla vita nelle grandi pianure e nei canyon dei nostri denti e della nostra lingua …. ( sguardo delle altre ) Mica ci fanno male! Anzi … impediscono che si attacchino i microbi “cattivi”!
F: ( sbarra gli occhi ) Immagina l’intestino!
L: Sembra che senza la miriade di microesseri che abitano nella nostra pancia non riusciremmo a digerire neppure un'insalatina … anzi soprattutto quella! I vegetali sono tostissimi …li possiamo mangiare solo grazie ai batteri che hanno avuto la gentilezza di entrare in simbiosi con noi dalla notte dei tempi: sono stati loro che hanno permesso ai nostri antenati di passare da carnivori a onnivori
P: sulla pelle di ognuno di noi pare che abitino circa 5 miliardi di microbi, 182 diverse specie di batteri e anche virus e funghi!..
M: Cinque miliardi sono tanti quanti gli esseri umani che vivono sul pianeta!
F: In realtà, dal punto di vista di un batterio, sulla nostra pelle ci sono un sacco di diverse nicchie ecologiche, tutte diverse … per il batterio la piega del gomito e l'interno dell'avambraccio possono essere diverse quanto lo una foresta tropicale e una metropoli!
M: ...Loro 5 miliardi stanno lì, “mangiano” i grassi prodotti dalle nostre cellule, e in cambio emettono ( buttano fuori) sostanze “indispensabili per mantenere il giusto grado di idratazione della pelle” ( detto buffo)
L:… Ah ecco! …
P: Insomma … ( ingenua e stupita) c’è una specie di alleanza fra gli uomini e i batteri!
L: Forse ( esitante ) … forse è peggio di così. Forse …( tutto in un fiato a bassa voce) insomma dicono che in ciascun corpo umano vivono più cellule batteriche ( batteri ) che cellule umane.!!
F: …Sì, Secondo stime recenti, il 90% delle cellule del nostro corpo sono batteri” …..
M : .. e quindi … se gli esseri viventi si classificassero sulla quantità di cellule predominanti un essere umano sarebbe classificato come un ecosistema di batteri!??
(Pausa)
L: …Forse anche di più …
M-P : Di più?
F : Noi non ne possiamo fare a meno! Loro digeriscono per noi, ci difendono .. fanno un sacco di cose che non potremmo fare da soli … insomma … : siamo in simbiosi! Siamo dei “superorganismi” che camminano!
(pausa)
P : ...Insomma …noi non siamo interamente umani?
F: ...Siamo come un'amalgama, un misto di cellule umane ed esseri alieni ….
M: Beh …Non siamo soli su questo pianeta!
P: non avevo mai pensato a me stessa a una comunità!
L: … sì: anch’io ti vedo diversa ….
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lunedì 22 novembre 2010
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