Diario/blog di Lorenza Zambon "attrice giardiniera". Il teatro e la natura. Le mie passioni e il mio lavoro sono la stessa cosa. Un teatro fuori dei teatri che parla del rapporto con le piante, i giardini, i paesaggi. Insomma con il pianeta. Mi definisco e voglio essere attrice-giardiniera, nel senso che per essere giardinieri non occorre avere un giardino perchè il giardino è il pianeta e tutti noi ci viviamo dentro. archivio blog precedente su blog.teatroenatura.net
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domenica 15 luglio 2012
partendo per certe altissime montagne
Qui da noi
Di veramente selvatico non c’è più niente, da tanto di quel tempo.
Eppure anche qui
Ci sono frammenti nascosti di antiche foreste
Vallette incassate
Ghiaioni altissimi invasi da moltitudini di fiori abbaglianti
Ghiacciai.
Ci sono luoghi che sono come porte
Lì, se non passano aerei,
di opera umana non c’è traccia.
Lì, se sei solo,
Puoi giocare ad essere il primo uomo
che arriva, che guarda.
Stai lì un poco, con tutte le cose e gli esseri,
e a tutti regali il tuo sguardo
E ogni albero, ogni insetto, ogni roccia
che ti entra dentro … ti allarga …
e allora stai lì e basta, felice di fare la tua parte,
perché di sicuro tutto sarebbe uguale anche senza di te
… ma certo …. più ignaro.
E ogni albero, ogni erba, ogni sasso
ti sembrano più vivi, più presenti a se stessi
…. attraverso gli occhi tuoi. Evviva!
Non servono forse a questo, gli umani?
domenica 26 febbraio 2012
Sylva, nuova scheda
Sylva . Variazioni sulla foresta.
Chissà perché quando entriamo in una foresta abbiamo netta la sensazione di entrare, appunto, in un dentro, e invece la parola “foresta” vuol dire” fuori” ?
Da questa domanda comincia un percorso che ha andamento di concerto. La musica di Carlo Actis Dato e Gianpiero Malfatto fa da giuda, segna il sentiero , piano piano espande i confini.
La voce comincia ad innalzarsi per frammenti, suggestioni, un avvicinamento per piccoli passi. Emergono immagini brevi che vengono da boschi molto lontani : certi piccoli riquadri di foresta circondati da muri di pietra, in India, dove gli umani non entrano mai, se non una sola volta l’anno, a riverire i serpenti ; certi musicisti che hanno registrato la foresta pluviale ininterrottamente per ventiquattro’ore , con tutti i suoi versi e i suoi canti, e hanno scoperto che con incredibile precisione tutto si compone in un’unica partitura ….E da lì i toni cominciano a virare, si alternano fra narrazione e “canto”, e intanto la parola Sylva entra in risonanza con altre: selvatico, per esempio, perché un corpo di donna in contatto fisico, intimo con la selva percepisce cose che tutti noi abbiamo dimenticato e si apre alla meraviglia di scoprire che saremo selvatici per sempre … Oppure, un'altra parola : sacro, quello strano senso di sacro, primigenio, che ci può assalire in una foresta, anche se siamo uomini di oggi, anche se siamo laici; qualcosa che di sicuro viene prima ed è fuori da ogni religione. Riecheggiano in sottofondo lontane ispirazioni, voci diversissime fra loro: Gary Snyder il grande poeta americano della wilderness maestro nella “pratica del selvatico” , Baudelaire, Rigoni Stern ….
E anche ci si rivolge direttamente al pubblico, confidenzialmente , si ragiona su certi equivoci, su certe banalità del nostro sapere comune … “qui da noi le foreste si ritirano sempre di più, stanno scomparendo” … E invece no, lo dicono i forestali e anche i satelliti: in Italia oggi i boschi stanno ritornando, velocissimi, nei pascoli e nelle campagne abbandonate, più di un terzo della superficie d’Italia è coperta da boschi … Certo, c’è foresta e foresta: fra un incolto in crescita e una foresta vetusta ci sono varie differenze biologiche ed ecologiche, naturalmente, ma non solo; anzi probabilmente la differenza più forte è forse immateriale e risiede in qualcosa di profondo dentro tutti noi, tutti noi esseri di diverse specie.
E’ il punto di partenza per una sorta di piccola storia del paesaggio italiano, velocissima e visionaria, narrata dalla fine dell’ultima glaciazione ad oggi, immaginando di poter guardare dall’alto quello che sarebbe il movimento più evidente sotto i nostri occhi: il pulsare maestoso della foresta che, nei secoli, si ritira o si espande a seconda di quanto si ritiri o si espanda il popolo degli uomini. … Un viaggio vertiginoso, che si conclude con la voce potente di Mario Rigoni Stern che in un piccolo testo di una ventina d’anni fa, semisconosciuto e profetico, guarda la foresta che ritorna sulle Alpi “… e invade i villaggi abbandonati, fin dentro le stalle, nelle cucine …”
E il percorso di Sylva procede, avanza in profondità, emerge la sensazione di essere sempre più vicini a qualcosa che è là , immobile, di fronte a noi. E ci sta attendendo. Un luogo che rappresenta l’altra faccia della civiltà, un altro mondo dove possiamo riconoscere quella parte di noi che la pratica sociale tende a farci dimenticare, un radicale “altrove” che ci ammutolisce ma insieme ci fa sentire così profondamente, così misteriosamente a casa
E allora ci si ferma sospesi “sulle soglie del bosco” per scoprire che anche nella nostra antichissima Italia, così densa di opere umane, ci sono “luoghi che sono come porte” …. E poi basta un passo e, insieme, si entra dentro, proprio dentro la Grande Foresta. Si segue una musica che respira piano e la voce che racconta l’incontro fisico e personale, folgorante, con un vera foresta millenaria . E si scopre che la foresta è una forma di pensiero, anzi è stata il paesaggio che ha dato forma al nostro pensiero, nella notte dei tempi, e ancora oggi, guardando bene, con tutto il corpo, può dar forma più profonda, più felice, al nostro pensiero sulla vita. E le parole mutano ancora , materiali e liriche nello stesso tempo, nel momento culmine di questo spettacolo omaggio alla selva , in un canto che forse è uno dei momenti più maturi di una lunga pratica del teatro e della natura .
venerdì 28 ottobre 2011
Selva. Selvatico.
Un pensiero per Gary Snyder, un omaggio. Da Sylva, variazioni sulla foresta
Ci sono rumori a volte nel bosco
che ancora non li hai veramente sentiti
e già la tua testa si è girata di scatto.
Ci sono brividi e movimenti dell’erba e delle foglie
che ti fanno arrestare, zittire, che ti fanno di sasso.
Cadono silenzi improvvisi nei boschi
che ti fermano il fiato.
Non sai perché
ma a volte ti abbassi di colpo
e ti metti in ascolto
Il tuo corpo sa cose che tu non ricordi.
Il tuo corpo è selvatico
Distingue il movimento della serpe nell’erba
da quello del vento.
Sente la vertigine del precipizio
i colpi duri del cuore se hai paura
e l’odore del sudore che cambia.
Sente la schiena che si drizza
l’occhio che si fa lucente
la pelle che si arrossa e si bagna
quando il momento dell’amore si avvicina.
… e riprende fiato e si sdraia e in quiete riflette
come tutti gli altri corpi mammiferi,
selvatico per sempre.
Ci sono rumori a volte nel bosco
che ancora non li hai veramente sentiti
e già la tua testa si è girata di scatto.
Ci sono brividi e movimenti dell’erba e delle foglie
che ti fanno arrestare, zittire, che ti fanno di sasso.
Cadono silenzi improvvisi nei boschi
che ti fermano il fiato.
Non sai perché
ma a volte ti abbassi di colpo
e ti metti in ascolto
Il tuo corpo sa cose che tu non ricordi.
Il tuo corpo è selvatico
Distingue il movimento della serpe nell’erba
da quello del vento.
Sente la vertigine del precipizio
i colpi duri del cuore se hai paura
e l’odore del sudore che cambia.
Sente la schiena che si drizza
l’occhio che si fa lucente
la pelle che si arrossa e si bagna
quando il momento dell’amore si avvicina.
… e riprende fiato e si sdraia e in quiete riflette
come tutti gli altri corpi mammiferi,
selvatico per sempre.
sabato 25 giugno 2011
... provando Sylva ...
chissà perchè pensiamo che una foresta stia
in una scala di tempo diversa dal nostro
è passato solo un terzo della mia vita
dalla terra vuota al bosco
in una scala di tempo diversa dal nostro
è passato solo un terzo della mia vita
dalla terra vuota al bosco
giovedì 19 maggio 2011
giovedì 20 gennaio 2011
nuovo progetto n. 2: Sylva. Variazioni sulla foresta
la mia amica Paola Gamba di Padova mi manda questo disegno come regalo beneaugurante per Sylva . ecco qui la lettera con cui sto diffondendo l'idea
Gentilissimi
Si apre un anno complesso e sicuramente non facile. Proprio per questo ho deciso di tener alto lo spirito e di far nascere quest’anno molte cose nuove, forse addirittura tre.
Per ora ve ne annuncio una.
Il 2011 è stato proclamato dall’ONU Anno internazionale delle Foreste; non so mai che effetto reale abbiano questi anni internazionali, comunque voglio celebrarlo a mio modo e dedicare alle foreste uno spettacolo tutto per loro, pronto a primavera.
Si chiama Sylva .Variazioni sulla foresta … in cui si narra la Storia visionaria delle italiche foreste e si canta Il grande bosco profondo; si tesse L’elogio del gerbido e si contempla la vita andando a scuola dalla Foresta maestra; si scovano Foreste di città e ci si riscopre Per sempre selvatici …
Desiderate anche voi occuparvi di Foresta ? Facciamolo assieme!
Vi propongo anche un’altra ipotesi, più ampia: qualcuno di voi ha un minimo più di spazio e di disponibilità (un minimo proprio) e vuole dedicare ad un luogo, un bosco, una foresta particolare (antica o appena nata , su una montagna o circondata da una periferia) un’intera giornata o magari un’intera notte? Oppure vorreste evocare la Foresta in un posto dove non c’è neanche un filo d’erba? Il Villaggio mobile di azione artistica può giungere fino a voi! Con me e con Sylva ci saranno gli Universi sensibili di Antonio Catalano con la sua installazione spettacolo Boschi- meraviglie; ci saranno ospiti come il poeta Tiziano Fratus, l’Homo radix che vi proporrà il suoi Appunti di viaggio per cercatori di alberi oppure il gruppo di ricerca musicale Enten Hitti con il loro Sleeping Concert per dormire e sognare assieme sogni di foresta, o il grande Carlo Actis Dato con i suoi Verdi suoni ….
Una dichiarazione d’amore per un luogo. Una trama aperta ed adattabile che può accogliere anche, se lo desiderate, presenze del posto, artisti, musicisti , ma anche dichiarazioni e “manifesti” su quello che state portando avanti
Un insediamento leggero, una giornata di preparazione e una giornata di festa (nessuna struttura, nessuna esigenza tecnica, nessuno spreco). Il luogo così com’è …. e che poi sarà più bello di prima.
Parliamone! E con questo auguro a tutti un anno fertile e verdeggiante
sabato 16 ottobre 2010
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