Diario/blog di Lorenza Zambon "attrice giardiniera". Il teatro e la natura. Le mie passioni e il mio lavoro sono la stessa cosa. Un teatro fuori dei teatri che parla del rapporto con le piante, i giardini, i paesaggi. Insomma con il pianeta. Mi definisco e voglio essere attrice-giardiniera, nel senso che per essere giardinieri non occorre avere un giardino perchè il giardino è il pianeta e tutti noi ci viviamo dentro. archivio blog precedente su blog.teatroenatura.net
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venerdì 5 luglio 2013
4 passi al giardino Jacquard dove si terrà il mio laboratorio
il Giardino Jaquard di Schio, dove si terrà il mio laboratorio Coltivando il nostro giardino 1-2-3/8
mercoledì 13 aprile 2011
appunti per il giardino sacro - prime immagini


Le "giardiniere" in scena nello lo studio di Brescia: Patrizia Camatel,Mariangela Celi, Fiona Sansone ... e io. Ci siamo proprio divertite! Grazie a Carlo Actis Dato grande musicista e divertente compagno di sfide.
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martedì 15 marzo 2011
appunti per "il giardino sacro" - esercizio di riposizionamento 2
un frammento/bozza per il nuovo testo dopo il secondo momento di lavoro insieme:
M: Ci sono poche certezze di cui tutti noi siamo così certi come di queste:
A) Noi siamo la più importante specie dell'Universo
B) Io sono al centro dell'Universo
C) Io sono io. E so bene chi sono.
M: Esercizio di riposizionamento n 1
P: Ho sempre pensato: questo è il mio corpo ed è sempre lo stesso.
L: Beh (sospiro)… Diciamo più o meno lo stesso …
P: Comunque: ci sono delle novità. Il nostro pancreas sostituisce buona pare delle proprie cellule ogni 24 ore.
F: Le cellule della parete dello stomaco si rigenerano ogni 3 giorni
L: I globuli bianchi si rinnovano nel giro di dieci giorni
M: Il 98 % delle proteine presenti nel cervello viene rimpiazzato in meno di un mese.
P: La pelle sostituisce le proprie cellule a un ritmo forsennato: 100.000 al minuto!
L: Ah ecco! … è quando comincia a rallentare che ti vengono le rughe …
F: Quasi tutta la polvere delle nostre case è fatta, in effetti, di cellule morte della nostra pelle!
L: Gli acari la mangiano … nelle case ce ne sono milioni …..
M: ( impressionata ) O mamma mia ….
P: … quindi insomma … il mio corpo proprio lo stesso non è mai … cambia continuamente
F: ( ingenua ) beh è stupefacente … che continui ad assomigliarsi, no?
M : E c’è di più. ( suspence)
P : ( spaventata ) Ah sì ?
M : Nella nostra bocca vivono almeno 700 specie di batteri. (un poco lirica ) Si sono adattati alla vita nelle grandi pianure e nei canyon dei nostri denti e della nostra lingua …. ( sguardo delle altre ) Mica ci fanno male! Anzi … impediscono che si attacchino i microbi “cattivi”!
F: ( sbarra gli occhi ) Immagina l’intestino!
L: Sembra che senza la miriade di microesseri che abitano nella nostra pancia non riusciremmo a digerire neppure un'insalatina … anzi soprattutto quella! I vegetali sono tostissimi …li possiamo mangiare solo grazie ai batteri che hanno avuto la gentilezza di entrare in simbiosi con noi dalla notte dei tempi: sono stati loro che hanno permesso ai nostri antenati di passare da carnivori a onnivori
P: sulla pelle di ognuno di noi pare che abitino circa 5 miliardi di microbi, 182 diverse specie di batteri e anche virus e funghi!..
M: Cinque miliardi sono tanti quanti gli esseri umani che vivono sul pianeta!
F: In realtà, dal punto di vista di un batterio, sulla nostra pelle ci sono un sacco di diverse nicchie ecologiche, tutte diverse … per il batterio la piega del gomito e l'interno dell'avambraccio possono essere diverse quanto lo una foresta tropicale e una metropoli!
M: ...Loro 5 miliardi stanno lì, “mangiano” i grassi prodotti dalle nostre cellule, e in cambio emettono ( buttano fuori) sostanze “indispensabili per mantenere il giusto grado di idratazione della pelle” ( detto buffo)
L:… Ah ecco! …
P: Insomma … ( ingenua e stupita) c’è una specie di alleanza fra gli uomini e i batteri!
L: Forse ( esitante ) … forse è peggio di così. Forse …( tutto in un fiato a bassa voce) insomma dicono che in ciascun corpo umano vivono più cellule batteriche ( batteri ) che cellule umane.!!
F: …Sì, Secondo stime recenti, il 90% delle cellule del nostro corpo sono batteri” …..
M : .. e quindi … se gli esseri viventi si classificassero sulla quantità di cellule predominanti un essere umano sarebbe classificato come un ecosistema di batteri!??
(Pausa)
L: …Forse anche di più …
M-P : Di più?
F : Noi non ne possiamo fare a meno! Loro digeriscono per noi, ci difendono .. fanno un sacco di cose che non potremmo fare da soli … insomma … : siamo in simbiosi! Siamo dei “superorganismi” che camminano!
(pausa)
P : ...Insomma …noi non siamo interamente umani?
F: ...Siamo come un'amalgama, un misto di cellule umane ed esseri alieni ….
M: Beh …Non siamo soli su questo pianeta!
P: non avevo mai pensato a me stessa a una comunità!
L: … sì: anch’io ti vedo diversa ….
M: Ci sono poche certezze di cui tutti noi siamo così certi come di queste:
A) Noi siamo la più importante specie dell'Universo
B) Io sono al centro dell'Universo
C) Io sono io. E so bene chi sono.
M: Esercizio di riposizionamento n 1
P: Ho sempre pensato: questo è il mio corpo ed è sempre lo stesso.
L: Beh (sospiro)… Diciamo più o meno lo stesso …
P: Comunque: ci sono delle novità. Il nostro pancreas sostituisce buona pare delle proprie cellule ogni 24 ore.
F: Le cellule della parete dello stomaco si rigenerano ogni 3 giorni
L: I globuli bianchi si rinnovano nel giro di dieci giorni
M: Il 98 % delle proteine presenti nel cervello viene rimpiazzato in meno di un mese.
P: La pelle sostituisce le proprie cellule a un ritmo forsennato: 100.000 al minuto!
L: Ah ecco! … è quando comincia a rallentare che ti vengono le rughe …
F: Quasi tutta la polvere delle nostre case è fatta, in effetti, di cellule morte della nostra pelle!
L: Gli acari la mangiano … nelle case ce ne sono milioni …..
M: ( impressionata ) O mamma mia ….
P: … quindi insomma … il mio corpo proprio lo stesso non è mai … cambia continuamente
F: ( ingenua ) beh è stupefacente … che continui ad assomigliarsi, no?
M : E c’è di più. ( suspence)
P : ( spaventata ) Ah sì ?
M : Nella nostra bocca vivono almeno 700 specie di batteri. (un poco lirica ) Si sono adattati alla vita nelle grandi pianure e nei canyon dei nostri denti e della nostra lingua …. ( sguardo delle altre ) Mica ci fanno male! Anzi … impediscono che si attacchino i microbi “cattivi”!
F: ( sbarra gli occhi ) Immagina l’intestino!
L: Sembra che senza la miriade di microesseri che abitano nella nostra pancia non riusciremmo a digerire neppure un'insalatina … anzi soprattutto quella! I vegetali sono tostissimi …li possiamo mangiare solo grazie ai batteri che hanno avuto la gentilezza di entrare in simbiosi con noi dalla notte dei tempi: sono stati loro che hanno permesso ai nostri antenati di passare da carnivori a onnivori
P: sulla pelle di ognuno di noi pare che abitino circa 5 miliardi di microbi, 182 diverse specie di batteri e anche virus e funghi!..
M: Cinque miliardi sono tanti quanti gli esseri umani che vivono sul pianeta!
F: In realtà, dal punto di vista di un batterio, sulla nostra pelle ci sono un sacco di diverse nicchie ecologiche, tutte diverse … per il batterio la piega del gomito e l'interno dell'avambraccio possono essere diverse quanto lo una foresta tropicale e una metropoli!
M: ...Loro 5 miliardi stanno lì, “mangiano” i grassi prodotti dalle nostre cellule, e in cambio emettono ( buttano fuori) sostanze “indispensabili per mantenere il giusto grado di idratazione della pelle” ( detto buffo)
L:… Ah ecco! …
P: Insomma … ( ingenua e stupita) c’è una specie di alleanza fra gli uomini e i batteri!
L: Forse ( esitante ) … forse è peggio di così. Forse …( tutto in un fiato a bassa voce) insomma dicono che in ciascun corpo umano vivono più cellule batteriche ( batteri ) che cellule umane.!!
F: …Sì, Secondo stime recenti, il 90% delle cellule del nostro corpo sono batteri” …..
M : .. e quindi … se gli esseri viventi si classificassero sulla quantità di cellule predominanti un essere umano sarebbe classificato come un ecosistema di batteri!??
(Pausa)
L: …Forse anche di più …
M-P : Di più?
F : Noi non ne possiamo fare a meno! Loro digeriscono per noi, ci difendono .. fanno un sacco di cose che non potremmo fare da soli … insomma … : siamo in simbiosi! Siamo dei “superorganismi” che camminano!
(pausa)
P : ...Insomma …noi non siamo interamente umani?
F: ...Siamo come un'amalgama, un misto di cellule umane ed esseri alieni ….
M: Beh …Non siamo soli su questo pianeta!
P: non avevo mai pensato a me stessa a una comunità!
L: … sì: anch’io ti vedo diversa ….
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mercoledì 12 gennaio 2011
nuovo progetto: il giardino sacro
passato il primo turno di selezione del bando "teatri del sacro", occasione felice per rilavorare con alcune "sorelle di giardino". ecco qui l'idea di partenza con i limiti di linguaggio e di spazio dovuti alla compilazione bando Il giardino sacro. Radice del progetto è l’incontro fra Lorenza Zambon (“attrice giardiniera” che esplora da tempo la relazione fra teatro e natura) e un gruppo di giovani artiste aggregatosi all’interno del laboratorio “Coltivando il nostro giardino”, Roma genn –aprile 2010; esperienza forte tanto da produrre un gruppo che intende proseguire nella ricerca di un teatro “fuori dai teatri”, in senso fisico ma soprattutto poetico ed etico, volto indagare, scoprire e condividere la comprensione, non solo razionale, di punti focali su cui si possa basare un nuovo e più responsabile pensiero/sentimento della natura, senza temere di spingersi verso la ricerca spirituale che il contatto profondo con "la natura" implica inevitabilmente. Con questo spettacolo si cercano risposte, probabilmente plurime, parziali o magari contraddittorie ad alcune domande: l’esperienza della relazione con la natura può condurre oggi ad un’esperienza del “sacro”? Questa accezione di “sacro” può costituire un punto di contatto fra diverse esperienze religiose? Può essere un ponte con esperienze spirituali non immediatamente riconducibili alle Religioni propriamente dette?
La forma: lo spettacolo è pensato per l’aperto in primavera-estate (spazi naturali: parchi, giardini, boschi) senza strutture quali palchi, pedane, ecc; in inverno per spazi non tradizionali, ma vuol riuscire a portare frammenti di natura vivente addirittura dentro ai teatri. Niente scenografia ma installazione vegetale vivente: un “giardino temporaneo” realizzato con supporti innovativi pensati per l’arredo urbano, uno spazio amichevole e conviviale in cui attrici e pubblico possano condividere con semplicità e divertimento un’esperienza comune.
Il testo: drammaturgia originale di L.Zambon basata su un lavoro di ricerca comune. Qualche accenno a fonti, suggestioni, supporti teorici: l’esperienza personale delle artiste coinvolte, l’andare in natura, il fare anima di paesaggio, il coltivare i luoghi; la pratica meditativa del giardinaggio; riscontri e confronti nell’opera di autori fra cui P.Pera, G.Barbera, E. e A.Giorgetti, M. Meschiari, R.Panikkar, F.Capra.
Fasi di lavoro presso la casa degli alfieri, durate diverse : autunno (approfondimento esperienze condivise in natura) inverno ( creazione materiali di base: la scrittura automatica, l’haiku, la narrazione a più voci, il diario del seme) primavera ( la drammaturgia/paesaggio. Primi passi nel “giardino”) estate ( la messa nello spazio, ospiti, prove aperte)
La forma: lo spettacolo è pensato per l’aperto in primavera-estate (spazi naturali: parchi, giardini, boschi) senza strutture quali palchi, pedane, ecc; in inverno per spazi non tradizionali, ma vuol riuscire a portare frammenti di natura vivente addirittura dentro ai teatri. Niente scenografia ma installazione vegetale vivente: un “giardino temporaneo” realizzato con supporti innovativi pensati per l’arredo urbano, uno spazio amichevole e conviviale in cui attrici e pubblico possano condividere con semplicità e divertimento un’esperienza comune.
Il testo: drammaturgia originale di L.Zambon basata su un lavoro di ricerca comune. Qualche accenno a fonti, suggestioni, supporti teorici: l’esperienza personale delle artiste coinvolte, l’andare in natura, il fare anima di paesaggio, il coltivare i luoghi; la pratica meditativa del giardinaggio; riscontri e confronti nell’opera di autori fra cui P.Pera, G.Barbera, E. e A.Giorgetti, M. Meschiari, R.Panikkar, F.Capra.
Fasi di lavoro presso la casa degli alfieri, durate diverse : autunno (approfondimento esperienze condivise in natura) inverno ( creazione materiali di base: la scrittura automatica, l’haiku, la narrazione a più voci, il diario del seme) primavera ( la drammaturgia/paesaggio. Primi passi nel “giardino”) estate ( la messa nello spazio, ospiti, prove aperte)
giovedì 1 aprile 2010
due giorni di teatro da giardino a roma

Roma, 29/03/2010
“Teatro e Natura:
gettare semi di piante e di parole
fra i palazzi di Roma”
Il ritorno al verde è nell’aria, nelle città aumentano le iniziative per riavvicinarsi alla natura. All’interno della nuova Biblioteca Vaccheria Nardi, inaugurata di recente dopo un lungo periodo di restauro degli storici locali dei Fratelli Nardi (tre padiglioni in un ampio giardino).
nel quartiere romano di Tiburtino Terzo (Municipio Roma V), si è svolto il laboratorio di Teatro e Natura “COLTIVANDO IL NOSTRO GIARDINO” tenuto da Lorenza Zambon, poliedrica attrice che definisce così il suo teatro:
“Un teatro fuori dei teatri che parla del rapporto con le piante, i giardini, i paesaggi … insomma con il pianeta... il rapporto mio personale e quello della nostra specie.
Mi definisco e voglio essere “attrice-giardiniera", nel senso che per essere giardinieri non occorre avere un giardino, perché il giardino è il pianeta e tutti noi ci viviamo dentro."
Il laboratorio si è svolto da Febbraio ad Aprile con incontri mensili attraverso svariate pratiche creative centrate sull’immagine e sulla suggestione del “giardino” nelle sue tante accezioni, concrete e simboliche, dal “giardino” della nostra vita interiore e il giardino come rappresentazione della nostra relazione con la natura, fino all’idea di giardino come metafora della vita individuale.
I partecipanti al corso hanno messo in pratica, attraverso l’osservazione della natura, il racconto orale, la scrittura automatica, la narrazione collettiva, la semina e la cura di piante, la composizione di Haiku, la musica e la danza, uno spettacolo corale, che celebra la natura, la parola e il gesto nei loro aspetti più vari.
“Coltivando il nostro giardino” vedrà il suo coronamento in due giornate di spettacoli ed eventi dedicati alla natura nella biblioteca Vaccheria Nardi.
Tutta l'iniziativa è finanziata da Biblioteche di Roma.
Venerdì 23 Aprile
ore 19.00 incontro con la scrittrice Pia Pera che presenterà il suo nuovo libro “Orto-giardino terapia. Coltivando la terra si coltiva anche la felicità” (Ed. Salani)
Al quale seguirà un aperitivo per i partecipanti.
Ore 21.00 “Variazioni sul giardino” spettacolo teatrale itinerante nel giardino della biblioteca, di Lorenza Zambon con musica dal vivo di Gianpiero Malfatto.
Sabato 24 Aprile
ore 10.30 Incontro/ laboratorio pubblico con Nadia Nicoletti, la “maestra delle piante”, autrice del libro “L’insalata era nell’orto” (ed. Salani) , al quale seguirà una dimostrazione di giardinaggio comunitario.
ore 17.30 “Coltivando il nostro giardino” Spettacolo teatrale itinerante, azione finale del laboratorio a cura di Lorenza Zambon. Venticinque persone in scena, musica dal vivo, reading e installazioni verdi, musicista ospite Gianpiero Malfatto.
BILIOTECA VACCHERIA NARDI
via di Grotta di Gregna, 27 - 00155 Roma
telefono (0039) 06 45460491
e-mail vaccherianardi@bibliotechediroma.it
La biblioteca è parte integrante del Sistema Bibliotecario di Roma. www.bibliotechediroma.it
Biografia Lorenza Zambon
Teatrante da sempre (storia) nel 2000 Lorenza Zambon ha imboccato una via del tutto originale: incapace di resistere al potente “genio del luogo”che abita la collina della casa degli alfieri, si impegna infatti in esperimenti di “ibridazione” del teatro con la sua passione, maniacale, per le piante, i giardini, i paesaggi.
Questo ha portato ad una personalissima linea di ricerca e a una variegata pratica di teatro-fuori-dai-teatri. http://www.teatroenatura.net
Biografia Pia Pera
Scrittrice e curatrice di www.ortidipace.org, vive da alcuni anni nella campagna lucchese. Nei suoi ultimi libri – L’orto di un perdigiorno – Confessioni di un apprendista ortolano (Ponte alle Grazie, premio Grinzane-Giardini per il 2003), Il giardino che vorrei (Electa, 2006), Contro il giardino – dalle parte delle piante (Ponte alle Grazie, 2007, con Antonio Perazzi) – riflette sui rapporti tra uomo, natura, giardino e paesaggio. La sua traduzione di “Il giardino segreto” di Frances Hodgson Burnett, uscita per Salani nel 2005, è diventata uno spettacolo portato in scena da Lorenza Zambon.
Biografia Nadia Nicoletti
Maestra elementare dal 1975, vive in Trentino. Fin da piccola ha sviluppato la passione per le piante stando accanto alla nonna. Dal 2006 cura sul sito www.ortidipace.org una rubrica in cui racconta le avventure dei bambini, tra cavoli e zucchine. Oltre all’orto della scuola si dedica alla sua grande passione: le rose.
È tra i giurati del premio del Roseto di Ginevra, e segue varie altre manifestazioni internazionali.
Ufficio stampa
Flavia Castelli
3381606297
fla.castelli@gmail.com
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