domenica 9 gennaio 2011

meditazione sull'albero



Guardare e vedere

Cammino verso l’albero in mezzo al prato, vado dritta verso di lui.
Mi fermo quando riempie completamente il mio sguardo.
Allora comincio a girargli intorno. E lo guardo. Giro, giro. E lo guardo.
Non riesco veramente a vederlo tutto intero. I miei occhi corrono da un particolare all’altro, da una parte all’altra, su e giù. Non fisso nulla. Non vedo nulla.
Continuo a girare. Continuo a guardare.
Qualcosa emerge. Quel punto dove si vede che c’era attaccato un ramo caduto. Quella foglia che spunta tutta da sola direttamente dal tronco, molto più sotto di dove cominciano i rami.
Piccoli particolari. Li ricordo, mi accorgo di aspettarli mentre giro. Li ritrovo ad ogni giro.
Il primo ramo in basso che esce dal tronco. L’angolo che fa.
E poi gli altri rami, uno dopo l’altro. La loro forma, la loro inclinazione, la loro direzione … è così chiaro: è tutto determinato da un movimento, dal loro movimento verso la luce.
Anzi … quella che mi pare la loro forma è solo un lunghissimo momento del loro movimento …
... Forse tutto sulla Terra è un momento di un movimento!…
Le radici. Vicino al tronco affiorano leggermente. Poi si immergono. Si vede la loro direzione.
Posso immaginarle sotto la superficie della terra.
Si allargano a raggiera, arrivano a riempire un cerchio largo come la chioma. E sotto ce ne sono altre che sprofondano, tanto quanto è alta e larga la chioma.
Chiudo gli occhi e vedo l’albero tutto intero. Due chiome, una sotto terra, una nell’aria.
In mezzo il tronco. Tutto gli scorre sotto la superficie, l’energia del sole, la parte più sottile della terra sciolta nell’acqua … si uniscono.
L’albero e la sua forma tutta intera, il lungo momento di un movimento.
Posso andare indietro in quel movimento, vedere l’attimo di inizio, vedere dove è successo…in quel punto appena sotto alla superficie della terra, che ora è lì in basso al centro del tronco.
Quel punto in cui il seme che era uno è diventato due. E le due metà hanno cominciato a spingere una contro l’altra con una forza enorme.
E una metà ha cominciato ad affondare verso il centro della terra, e l’altra a salire verso il punto più alto nel cielo.
Posso quasi vederlo. La prima radice bianca e carnosa un po’ lucida che si butta giù a precipizio, aggira un sasso, si divide, si allarga. E dall’altra parte le due prime quasi foglie rotonde che si separano e si aprono e in mezzo le prime due vere foglie seghettate già uguali a quelle adulte … a quel punto c’è già uno stelo sottile, ma rigido e forte, non è certo un’erba questa … poi cresce e si divide … ancora e ancora.
Quel movimento continua ed è così chiaro, così “logico”… E’ così necessario che sia proprio così com’è …. Perché mi sembra anche giusto? Cosa centra il giusto e l’ingiusto? E soprattutto: perché mi sembra bello?
E posso vedere il flusso della forma in movimento che arriva all’albero così come è adesso …. che passa per l’albero così come è adesso … e poi continua, va avanti, verso l’albero come sarà. Lo vedo benissimo, non potrà che essere così, seguendo il movimento: quello sarà il primo ramo a seccarsi cadere, quegli altri che adesso sono verticali si allargheranno e diventeranno quasi orizzontali per far spazio ad altri rami che cresceranno più in alto… Vedo l’albero fra cento anni, fra duecento, e non è un albero qualsiasi, è quest’albero, enorme, nodoso, perché questo flusso è così logico, questa forma è così sensata.
Adesso l’albero è dentro di me. Lo comprendo. Lo eleggo centro del giardino … Per me, per questo breve momento, centro della Terra. Mi siedo e appoggio la schiena al tronco.
Da qui mi guardo intorno.

( da Variazioni sul giardino)

2 commenti:

  1. Ho letto questo articolo sul blog collettivo - Viadellebelledonne e mi è piaciuto moltissimo.
    Vorrei partire dall'ultima frase ..."Da qui mi guardo intorno". Amo la Natura e rispetto ogni piccola espressione dell'equilibrio del nostro Pianeta-Terra, condivido la visione dell'albero
    come punto di partenza per una riflessione generale per recuperare il rapporto di violenza dell'uomo nei confronti della bellezza e di ogni forma di vita in questa povera terra così martoriata e sfruttata solo per interessi economici.
    Da quando scrivo i miei pensieri ho dedicato all'albero dei versi che vorrei condividere in questo spazio.
    Qualche mese fa passeggiando vicino al Lago del Segrino in provincia di Como, sono rimasta colpita dalla visione di quello che rimaneva dopo il taglio di un grosso albero e da quell'emozione sono nati questi versi ...

    Un albero centenario

    Sbuca la serpe
    dall'incavo morto
    di un albero centenario,
    nel ceppo rimasto
    cerchi concentrici
    s'inseguono e raccontano
    un passato di vita vissuta.
    In riva al lago
    la memoria tace
    non offre più frescura
    l'ombra della sua chioma fluente
    non si specchia più
    nell'acqua calma del lago
    l'Anima ...
    E' un miraggio lontano
    l'imponenza, la forza di un tempo.
    E' caduto sotto la scure dell'uomo
    l'albero centenario.

    Erba, 10 settembre 2010

    Cettina Lascia Cirinnà

    Complimenti per questo spazio

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  2. Bellissima poesia Cettina ... quanta tristezza e rabbia provo quando constato questi soprusi, perpetrati a creature vive, inermi e mute ... Come vorrei che si ribellassero come in certe favole, anche se, credo abbiano già iniziato la ribellione vedendo i disastri che succedono legati proprio al disboscamento. Per non parlare della lottizzazione della foresta amazzonica ... polmone del mondo ... poveri i nostri figli che fra non molto dovranno andare in giro con l'ossigeno al naso per poter sopravvivere! Eppure siamo in molti a ribellarci ... ma gli altri si vede sono molti di più!
    Ciao Lorenza, grazie per l'amicizia. Verrò spesso a trovarti, il tuo giardino mi piace.

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