ieri sera alla festa di Terramadre ri-raccontate alcune storie che secondo me meritano di diventare dei piccoli miti moderni e continuare ad essere raccontate, scambiate, rappresentate ... questa è la storie di Nandino di Antignano e del suo mais ottofile ( ripresa in altra occasione)
Diario/blog di Lorenza Zambon "attrice giardiniera". Il teatro e la natura. Le mie passioni e il mio lavoro sono la stessa cosa. Un teatro fuori dei teatri che parla del rapporto con le piante, i giardini, i paesaggi. Insomma con il pianeta. Mi definisco e voglio essere attrice-giardiniera, nel senso che per essere giardinieri non occorre avere un giardino perchè il giardino è il pianeta e tutti noi ci viviamo dentro. archivio blog precedente su blog.teatroenatura.net
Proprio bella questa storia di mais di Nandino, forse l’unico che rispetta questa terra, purtroppo.. Molto spesso si piantano i semi, le piante, per avere qualcosa che si vende bene, per ogni prezzo…la stesa storia è capitata in Serbia con i pomodori, che non hanno più né odore né gusto ma durano giorni e giorni, quasi che puoi buttarli giù e non si rompono… Poi, tornare indietro è un po’ difficile, la terra fa la sua abitudine ad alcune specie, alla fine consente troppi chimici e diventa povera, proprio per questo motivo di avere un prodotto che dura e si vende, che proporre una legge… E vero che questa storia merita una attenzione…
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